Si deve ritenere che a Mamoiada lo stanziamento umano risalga ad epoche remotissime (XV – XIII sec. a. C.), perché i segni di antichissime civiltà sono abbondantemente presenti nel suo territorio. I nuraghi sono in gran numero e hanno una struttura lineare: sono più numerosi nelle zone maggiormente fertili e provviste di sorgenti. Attorno ad alcuni di essi sono evidenti i resti di villaggi e dove questi mancano si suppone che siano stati distrutti per recintare i campi. Citiamo “Arràilo” in zona “Sa Pruna”sulla strada per Orani, “Monte Juràdu” sulla strada per Sarule, “Orgurù” sulla strada per Fonni. Numerose anche le “Domus de Janas” o “Honchèddas”, piccole tombe del periodo neolitico-prenuragico, scavate nel granito. Si trovano in località “ Mazzozzo” alla periferia del paese, in località “Garaunele” in prossimità della chiesa campestre di “Loret’Attesu” sulla strada vicinale per Oliena, in località “S’Eredadu”ed in altre varie località. Particolarmente interessanti sono “Sas Honchèddas de Istevène”, gruppo di 6 “domos”, sulla strada statale Mamoiada-Fonni. Nella terza “domo”, in un pilastro rettangolare, è scolpita una testa di toro schematica in rilievo di circa tre centimetri e che si ritiene sia un simbolo di forza e fertilità. Diversi sono i Menhirs o “Perdas Longas”, ritenuti oggetti di culto. Nel marzo 1997 è stato rinvenuto, nella zona di “Sa honca de sa Emina”, un superbo monolite, non classificato e unico nel suo genere per altezza (mt. 6,50). Sempre nello stesso anno, nella località di “Boeli”, alla periferia del centro urbano di Mamoiada, è stata portata alla luce una grande statua “Menhir”, di granito, risalente, forse, al III millennio a.C. e detta “Sa perda Pintà” (mt. 2,67×2,10). La caratteristica di questo monolite è la presenza in esso di una serie di coppelle e di incisioni concentriche che lo rendono unico in Sardegna.

link di riferimento  http:// www.mamoiada.org



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